31 Maggio 2024: Nel campionato Alfa Revival Cup 2024 corre Gian Luca Bardelli con la GT Veloce 2000 numero 44 del team Irpinia North West Jolly. Nato a Roma nel 1962, Gian Luca segue le orme del padre, Gianfranco, che a fine anni ’50 aveva avviato una florida attività di vendita, assistenza e preparazione di vetture Alfa Romeo e Jaguar a Roma. L’impresa si è poi ampliata a De Tomaso e Land Rover, diventando un vero punto di riferimento per i marchi inglesi nella Capitale. Tra le più importanti preparazioni di Gianfranco Bardelli ricordiamo la Pantera Gruppo 4 che ad oggi è il telaio che ha conquistato il maggior numero di vittorie.
La tua carriera sportiva iniziò al volante di una seducente GT di Coventry, è esatto?
“Certo, era il 1980 e il battesimo del fuoco avvenne alla guida di una Jaguar E-Type 4.2 OTS (open two seater, ovvero spider) alla cronometro in salita “Hilton Classic Car Cup”. Vinsi, e ripetei il successo anche nell’edizione del 1981. Nel 1988 spinsi mio padre a preparare una XK140 per partecipare ai rallies come la Targa Florio, Coppa delle Alpi con Stefano Alberti come navigatore, Coppa dei fiori di Sanremo e Rally di Roma. Lo stesso anno entrò nelle mie disponibilità anche una Jaguar E-Type Coupè 3.8 Racing bianca, sempre preparata nella nostra officina. Una vettura che adoro.”
Quindi possiamo parlare di hobby o di vera e propria professione?
“La mia carriera nell’automobilismo è un hobby. Con la E-Type Racing vinsi molte gare, ma la più importante e quella a cui sono più legato è il Grand Prix Historique di Imola 1991, gara inserita nel contesto del weekend della Formula 1. Sotto la pioggia incessante, alla guida della mia E-Type ho tenuto testa da solo, senza cambio pilota, a vetture come Ford GT40, Iso Rivolta, Ford Mustang Shelby, AC Cobra, Alfa TZ, Cooper e la Lister Jaguar, guidate da miti delle corse come Clay Regazzoni, Patrick Tambay, David Piper con la Ferrari P2 e Mario Casoni con la Ferrari 275 Le Mans. Arrivai primo assoluto al traguardo dopo un’ora massacrante. Quella gara fu un episodo importante nel percorso di ritorno dell’interesse verso le competizioni “revival”.
Passai poi ad un altro mito del motorismo britannico: le Austin Cooper, grazie al rapporto a Roberto Causo, presidente della sottocommissione auto storiche. Le Cooper S erano dei veri bolidi, compatte e velocissime nelle cilindrate 970, 1071 e 1275. Mi imposi nel campionato italiano con tutte e tre le varianti.”
Dopo un lungo romanzo con le sportive d’oltre manica, sei approdato alle Turismo del biscione…
“Esatto, ma prima va sottolineato che non ho corso per 20 lunghi anni, riprendo l’attività nel 2023 in compagnia di Pietro Silva e Marco Milla con una Giulietta TI alla 300km di Vallelunga e poi a Misano con la GT Veloce 2000. Alfa Romeo fa parte anche della mia storia e di quella della mia famiglia. Quelle da Turismo sono auto che hanno una valenza storica enorme, anche perché molti piloti negli anni ’60 e ’70 hanno iniziato la propria carriera al volante delle sportive col quadrifoglio verde.”
E finalmente sei approdato ad Alfa Revival Cup…
“Devo ringraziare Fausto Amendolagine per avermi inviato a correre in questo campionato straordinario, dove c’è un ambiente formidabile, animato da piloti navigati e di rilievo, ma anche da tanti ragazzi. Vedere i giovani partecipanti mi emoziona: si deve fare di più per riavvicinare questa generazione tra i venti e i trenta anni al mondo delle auto classiche.
Io e Fausto condividiamo una meravigliosa GT Veloce 2000 del 1974. Mi piace portare la mia esperienza e mettermi in gioco.”
Cosa significa correre? Che sensazioni provi?
“È, prima di tutto, tutto una grande passione. La partenza è il mio momento preferito, mi entusiasma.”
Come ti stai preparando al campionato 2024?
“Ho guidato la GT Veloce 2000 per la prima volta sotto il diluvio di Vallelunga. Un primo contatto entusiasmante, ma già conoscevo la vettura e la sua dinamica.”
Che obiettivi ti sei fissato per questa stagione?
“Io e Fausto siamo partiti forte, registrando la pole e il primo posto nella nostra classe. Correrò altre gare internazionali in coppia con il mio grande amico Pietro Silva.”
Un’ultima curiosità: qual è la differenza che più noti in pista tra la Jaguar E-Type Racing e la GT Veloce 2000?
“Correre con la Jaguar è un’esperienza diversa, a partire dalla dimensione del corpo vettura e dalla potenza del propulsore. Sotto il cofano delle Alfa la cavalleria è minore e il telaio è più compatto, puoi spingere al limite con più tranquillità.”