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Alfa Revival Cup. I protagonisti 2023: Roberto Restelli

È un volto noto del paddock dell’Alfa Revival Cup, Roberto Restelli è titolare di Officina Alfa Delta e protagonista in pista, al fianco dell’amico Peter Bachofen.

12 dicembre 2023: Restelli, al volante di una bellissima GTAm da lui preparata, ha chiuso in seconda posizione la classifica assoluta del campionato by Canossa e ha vinto la categoria più affollata e combattuta, la G2 TC 2000.

Roberto ci racconta la sua storia sportiva e professionale che dal lavoro con gli elicotteri lo ha portato a fondare Officina Alfa Delta, con sede a Marnate (Varese), in cui si preparano soltanto auto da corsa.
“Facevo tutt’altro prima di iniziare questa attività. Lavoravo in un’azienda che produce elicotteri, l’Agusta. Facevo l’ingegnere elettronico, però sono sempre stato appassionatissimo di auto, grazie alla passione che mi aveva trasmesso mio padre, amante di corse e F1. Questa passione mi ha portato ad una situazione in cui lavoravo, durante il girono in Agusta e la sera andavo da Chiapparini, preparatore piuttosto conosciuto, a dargli una mano in officina. Questo accadeva nel 96/97.
Comincio così ad andare da lui per pura passione, non vedendo questa attività come un lavoro. Da una breve presenza la collaborazione si estende e succede che inizio ad andare in officina tutte le sere, il sabato, le domeniche, durante le ferie estive e in pista per le gare.”

La tua passione era totale e facevi, anche, qualche esperienza da pilota?

“Facevo delle gare che costavano poco perché non avevo budget, ero poco più che ventenne e correvo con una Uno Turbo negli slalom e nel Formula Rally.”

Con Chiapparini, invece, seguivi già le storiche, in pista?

“Si, Chiapparini faceva correre queste macchine, GTA e GTAm. Lui ha sempre avuto auto degli anni 70, quando erano attuali, e ha continuato a farle correre nel tempo anche quando sono diventate storiche. Più stavo in officina e più mi appassionavo e la mia presenza in officina era sempre più intensa, provavo i motori al banco, la mattina presto d’estate, poi andavo in ufficio e tornavo in officina dopo il lavoro in Agusta. Ad un certo punto Chiapparini mi disse che voleva andare in pensione e mi propose di subentrare a lui, pur rimanendo al mio fianco nell’attività. Quando finalmente, dopo diverso tempo, riuscimmo a concretizzare questa cosa, purtroppo Chiapparini venne a mancare. 

Fu un colpo duro, sia emotivamente che professionalmente, che poteva farti rinunciare e invece?

“Per me lui era come un padre, avevamo un certo tipo di rapporto e non me la sentì di fare una cosa del genere da solo, senza di lui. A questo punto iniziai a lavorare nel garage di casa e in questa fase mi cercavano i vecchi clienti, così presi una piccola officina, dove continuavo a lavorare a tempo perso. A quel punto, degli amici-clienti che sono ancora con me, mi convinsero a lasciare il lavoro in Agusta e dedicarmi completamente all’officina di preparazione. Nel 2013 nasce Officina Alfa Delta e divento dealer per l’Italia di OKP”.

Lavori soltanto su auto da corsa?

“Nel mio capannone faccio soltanto racing e qualche restauro particolare e solo per il marchio Alfa Romeo. I clienti, piano piano aumentano, mi allargo e inizia a lavorare con me mia moglie e anche l’attività dei ricambi diventa sempre più importante. Oggi lavorano con me nove persone fisse più tutte quelle che vengono alle corse. Attualmente abbiamo tantissime macchine in officina e nell’Alfa Revival Cup abbiamo una media di nove-dieci auto a gara. Spesso le macchine che faccio correre sono state costruite da noi, totalmente da zero e sono auto che non hanno corso all’epoca, negli anni 60 e 70, ma sono repliche, fatte oggi. Dobbiamo dire che le GTAm vere sono quelle che all’epoca sono uscite da Autodelta e che oggi non si vedono in pista, poiché il regolamento degli ultimi anni è cambiato e permette di far correre le repliche, costruite secondo i regolamenti dell’epoca. In precedenza potevano correre soltanto GTA e GTAm che avevano un passato sportivo. Due GTAm ex Autodelta, su cui avevano corso, Zeccoli, Facetti e Hezemans, ci ho lavorato quando ero con Chiapparini e quelle auto, poi, sono state venduta ad un’asta a Parigi, ad una cifra da capogiro. Le auto che schiero io sono tutte auto fatte ex novo. D’epoca ho la GT con cui gareggia nell’Alfa Revival Matteo Kamata. Questa era un GT 1600 Gruppo 2 che ha un passato sportivo, ha corso la 4 ore di Monza e altre gare dell’Euroturismo”.

Approfittiamo delle tue competenze da preparatore per chiederti come nasce un’auto che corre nell’Alfa Revival Cup?

“Per sfruttare al massimo il regolamento abbiamo degli accorgimenti che rendono le macchine più competitive rispetto all’epoca, come i roll-bar saldati e l’impianto elettrico specifico.

Prendiamo il modello che ci interessa e partiamo da zero, le smontiamo completamente, le portiamo a lamiera sverniciata, le lattoniamo, per togliere qualche problema che c’è sempre, ad esempio nel sottoporta e altri punti deboli e risistemiamo ogni parte. Dai lamierati nuovi cominciamo la ricostruzione copiando i modelli dell’epoca, con materiali migliori rispetto a quelli originali, con tecnologie attuali. Nei motori, tranne che per il monoblocco, facciamo tutto nuovo, testate collettori aspirazione, carburatori, ecc…”  

Quello che fate è un lavoro impegnativo e soddisfacente al tempo stesso. Quali sono gli aspetti più difficili da affrontare e quali quelli che ti danno maggiori soddisfazioni?

Grattacapi ne dà sempre la scocca perché il lavoro del lattoniere in Italia sta andando a scomparire. I lattonieri che ho hanno 80 anni! È un lavoro che, purtroppo, si è perso e di conseguenza è difficile da affrontare. Complessivamente c’è tanto lavoro manuale e questo comporta sempre molti problemi da risolvere. Quello che mi da più soddisfazione è la macchina finita nel suo insieme, perché vedi un’auto storica che è tutta nuova, con dei particolari moderni, raccordi, impianti elettrici eccetera. Tutto questo mi da molto a livello personale e professionale.”

Quando poi la macchina scende in pista hai un ulteriore riscontro?

“Le macchine storiche, vuoi per affinamenti fatti agli assetti, per i materiali e le gomme, sono migliorate anche a livello di prestazioni. In base alla mia esperienza, rispetto a 25 anni fa, posso dire che le macchine sono migliorate di oltre un secondo al chilometro”.

Il tuo ruolo di pilota nell’Alfa Revival Cup ti gratifica e lo fai con la stessa passione con cui accudisci in officina le tue auto.

Ho la fortuna di correre con l’auto di un amico, quale è Peter (Bachofen). Combinare i ruoli non è facile, quando sono dentro, non ho la freddezza di distinguere troppo i miei piloti. Anche Chiapparini faceva così, lui era ancora più aggressivo rispetto a come lo sono io, non gli interessava assolutamente se aveva difronte un suo cliente. Io quando vedo un mio cliente mi preoccupo, anche, di guardare le sue prestazioni.”

La GTAm e le altre Alfa Romeo protagoniste dell’Alfa Revival Cup di Canossa sono auto da corsa certamente speciali.

“Chi non consce queste macchine è diffidente perché crede siano macchine lente, invece sono veloci e bellissime da guidare, paragonabili alle auto moderne. Il livello del campionato è molto altro e basta vedere i tempi sul giro e come in pochi decimi sono racchiusi molti piloti, per capire il grado di difficoltà. Per esempio, a Vallelunga siamo stati in tre (Bertinelli, Perfetti e lo stesso Restelli), attaccati l’uno all’altro, per trenta minuti.

L’Alfa Revival è uno dei campionati più belli che ci sono e invito chi ha queste auto a venire qui a correre, perché nell’ambito delle storiche è quasi un mono marca e non ci sono paragoni con altri campionati.
Inoltre, è soddisfacente a tutti i livelli, ci sono macchine più veloci e più lente e per tutti i budget.

Come aspetto da considerare c’è anche la gestione delle gomme Pirelli, con le quali abbiamo avuto un po’ di lavoro in più per la loro gestione in gare di un’ora.”